La sepsi rappresenta una condizione clinica frequente, di difficile gestione, associata a una mortalità molto elevata quando si accompagna a insufficienza d'organo (sepsi, 20-25%) o a uno stato di shock (shock settico, 40-70%). La sepsi e lo shock settico rappresentano una emergenza medica. L’incidenza è a tutt’oggi in continuo aumento, parallelamente all’età media della popolazione, alla cronicizzazione di molte malattie con conseguente immunodepressione ed immuno-paralisi ed alla maggiore invasività delle procedure diagnostiche e terapeutiche. La Surviving Sepsis Campaign (SSC - www.survivingsepsis.org) si è posta come obiettivo la riduzione del 25% della mortalità per sepsi entro il 2020. La revisione negli anni delle raccomandazioni contenute nelle tre edizioni delle linee guida internazionali (1-3) ha portato alla definizione di insiemi di interventi terapeutici di rianimazione ("resuscitation bundle") da attuare nelle prime 3 e 6 ore dal riconoscimento della sepsi e dello shock settico.
Le nuove definizioni di sepsi e shock settico messe a punto dal gruppo dalla terza consensus conference internazionale nel febbraio del 2016 (4) – come sottolineato dal comitato della Surviving Sepsis Campaign (5) – non modificano nessun aspetto dell’identificazione e del trattamento e quindi dell’applicazione dei bundle a 3 e 6 ore.
Le nuove definizioni rendono ridondante la “sepsi grave” che viene sostituita dal termine “sespi”.
Nel corso si vogliono affrontare le seguenti tematiche relative alla sepsi:
- Identificazione precoce
- Antibioticoterapia
- Approccio clinico-laboratoristico
- Monitoraggio
- Terapia aggiuntive