La terapia sostitutiva renale continua nell'unità di terapia intensiva richiede un addestramento dedicato e un processo educativo che includa approcci teorici e pratici.
La terminologia utilizzata per descrivere le diverse modalità di RRT è spesso confusa e in continua evoluzione. Pertanto, l’utilizzo di una corretta nomenclatura è utile per raggiungere un linguaggio condiviso tra tutte le parti coinvolte per facilitare la comprensione, il progresso e la diminuzione degli eventi avversi correlati all'errore di comunicazione, nonché per un corretto inquadramento epidemiologico.
L'efficacia di una terapia sostitutiva renale va ricondotta non alla adeguata individuazione della dose, ma anche alla scelta della modalità, dalla clearance dei soluti, ma anche dalle caratteristiche dei filtri e delle membrane. Un adeguamento dell’apporto nutrizionale e della terapia farmacologica necessario.
Tale trattamento non è esente da complicanze, che dovrebbero essere prevenute ove possibile o trattate tempestivamente.