Il dolore post-operatorio rappresenta il paradigma del dolore acuto perché è quello più prevedibile e quindi, in linea teorica, il più facilmente gestibile. Nella realtà clinica, invece, non è sempre così. Infatti, come ampiamente documentato dalla letteratura scientifica internazionale, il dolore PO risulta fortemente sotto-dimensionato o non adeguatamente riconosciuto e quindi sotto trattato. Questo assunto causa notevoli ricadute in termini biologici, con complicanze a carico dei principali organi e apparati e in termini economici, sia per la struttura sanitaria, con allungamento dei tempi di degenza, sia per l'individuo, con tardato ritorno alla quotidianità professionale e sociale e quindi per la società nel suo insieme.
Si parte, quindi, dagli errori più comuni per capire le cause e le conseguenze fisiopatologiche del trattamento errato o sottovalutato. Si inizia con dei richiami di fisiopatologia per comprendere quali meccanismi di azione possiamo sfruttare, passando poi al riconoscimento del dolore nelle sue diverse forme e agli strumenti in nostro possesso per obiettivarle. Infine, vengono trattate tutte quelle strategie antalgiche che hanno dimostrato efficacia secondo EBM per arrivare ai più recenti concetti di analgesia “tailored”.
La FAD vuole far comprendere al discente l’esistenza di tanti tipi di dolore, di pazienti e di cure. Per questo motivo l’anestesista assume un ruolo fondamentale curando l’aspetto del dolore post-operatorio in diversi modi e con diversi obiettivi sia a breve sia a lungo termine. Solo così un atto dovuto come quello di curare il dolore post-operatorio può trasformarsi in un valido mezzo per prevenirne le sue conseguenze a 360 gradi.